PARRU CU TIA (La voce delle donne), l’album d’esordio di MANUTSA
Canzoni di ribellione femminile al sistema, alla vita e alla società
Lingua siciliana e sonorità elettrofolk: synth, programmazioni, theremin, campionamenti e ”scrusci vari”, ma anche marranzani, tamburi a cornice, mandolini e bouzouki
PRESENTAZIONI LIVE:
CATANIA 11 novembre 2021 ore 21:00 – Zō Centro Culture Contemporanee
PALERMO 14 novembre ore 21:00 – Fontarò Circolo Arci
Nove tracce per raccontare la ribellione interiore femminile al sistema, alla vita, alla società. Questo è “Parru cu tia – La voce delle donne” (Musica Lavica Records), il primo album da cantautrice della palermitana Manutsa, al secolo Manuela di Salvo, che sarà presentato live in Sicilia l’11 novembre a Catania, allo Zō Centro Culture Contemporanee (ore 21 Piazzale Asia, 6), e il 14 a Palermo al Fontarò Circolo Arci (ore 21 Via Danimarca 50/D).
Sul palco ci saranno: Manutsa (voce e “scrusci”), Roberto Terranova (synth, tastiere e campionamenti), Denis Marino (chitarre acustiche ed elettriche, bouzouki), Eugenio Panòrm (chitarra acustica, voce) e Pietro Chiaramonte (basso). Ospiti: Puccio Castrogiovanni (marranzani, fisarmonica, tammorra), Alessandro Presti (tromba), Alice Ferlito (voce recitante).
“Parru cu tia – La voce delle donne” è un disco elettrofolk di canzone d’autrice in dialetto siciliano che unisce le due grandi passioni dell’autrice: la ricerca delle proprie radici e l’elettronica che arriva da Massive Attack, Portishead, ma anche P.J. Harvey e Radiohead. Otto inediti, una cover omaggio a Giuni Russo e una bonus track, la poesia di Ignazio Buttitta “Parru cu tia”, da cui è tratto il titolo dell’album.
”Per anni – spiega Manutsa – mi sono dedicata alla ricerca delle tradizioni: ho raccolto detti, racconti, canti registrati dalle voci anziane delle donne di alcuni paesi dell’entroterra siculo che poi mi raccontavano anche le loro storie di vita. A questo ho aggiunto altre vicende più contemporanee, ne ho ascoltate tante durante il mio lavoro in una segreteria politica. Narrazioni diverse, in anni molto distanti tra loro, che avevano un unico comune denominatore: erano storie di donne che non riuscivano a dar voce a se stesse. Ho quindi deciso che quella voce avrei voluto dargliela io. A quel punto le canzoni sono state concepite molto velocemente, sono venute fuori in poche settimane. Quello che ha richiesto molto tempo è stata, invece, la ricerca dei suoni: avevo in mente l’elettronica, il trip hop, l’alternative rock, ma non volevo rinunciare a quei colori sonori più vicini alla mia terra”.
Obiettivo raggiunto. Prodotto ed arrangiato da Roberto Terranova e Denis Marino, ”Parru cu tia” è un vero disco di musica world dove synth, programmazioni, theremin, campionamenti e ”scrusci vari”, sposano marranzani, tamburi a cornice, mandolini e bouzouki.
PARRU CU TIA traccia dopo traccia
1. A giostra
Un brano sociale, politico. La fotografia di paese cristallizzato, dove nel sistema non cambia mai nulla. Come su una giostra che fa sempre lo stesso giro: si alternano le persone, ma il panorama no, resta immobile. “Un’Italia – dice Manutsa – femmina vanitosa, furba, eccentrica, che ad altro non pensa se non a se stessa”.
2. Vuci
E’ la denuncia di una violenza silente, che non lascia segni sulla pelle, quella psicologica, che costringe la donna a vivere in un quotidiano stato di paura e disagio.
Lui, il carnefice, demolisce la sua preda per controllarla e dominarla, instillando in essa la paura, minandone l’autostima, compromettendone la percezione stessa della propria identità, facendola sentire inutile per la società.
Le Vuci sono le urla interiori di una ribellione che, infine, riesce ad esplodere ed a conquistare una libertà che può diventare follia.
3. Aria di na jurnata
E’ un brano immaginato dopo il racconto di una anziana donna che fu rinchiusa in manicomio solo perché voleva fare l’artista; voleva dipingere e scrivere poesie invece di percorrere la strada che qualcuno aveva scelto per lei, quella di sposarsi giovanissima. “L’ho immaginata lì, in manicomio – racconta Manutsa – in uno dei primi giorni di primavera a sognare una vita fuori da quelle mura. Libertà semplicì come quella di poter uscire per respirare la freschezza del mattino o cambiare il colore alle pareti della sua stanza. Il sole che abbraccia la nuova stagione entra da quella finestrella e la riscalda, regalandole così una speranza di normalità”.
4. Parru
Una dichiarazione d’amore, di emozioni, di intenti per un uomo narcisista, che lui non ascolterà perché preso solo da se stesso. Un racconto accorato fatto allo specchio che, forse, le darà più soddisfazioni.
5. La to passiuni
Un brano dedicato ad una profonda passione. “La musica – spiega Manutsa – è una donna che racconta di sé, del suo non potersi fermare, dei compromessi ai quali è costretta a scendere pur di continuare ad essere”.
6. Canciari
Canciari è il singolo che ha anticipato l’uscita dell’album. E’ una dichiarazione di intenti, una presa di coscienza, è l’ora della consapevolezza, una fotografia amara e un moto di speranza insieme. E’ il punto nuovo di partenza.
Canciari è donna, perché “le donne cambieranno la Sicilia. E lo faranno come con l’impellenza tipica del parto, affronteranno il nuovo con la paura di non farcela, ma con la consapevolezza intima e certa che l’ora è ora” spiega Manutsa. “Canciari – continua – diventa, dunque, anche la preghiera di una donna: come la Madonna piangeva e pregava per il Figlio ucciso dalla cattiveria dell’essere umano, così la donna di Sicilia piange e prega per i figli dalla sua terra”.
(IL VIDEO: https://www.youtube.com/watch?
7. Illusione
L’unica cover del disco. Un omaggio a Giuni Russo, cantautrice prematuramente scomparsa nel 2004. Illusione, ultima traccia dell’album Giuni del 1986, parla di un primo appuntamento mai avvenuto.
8. Na matri
La storia di una madre sola, che ogni giorno deve provvedere ai bisogni primari di sua figlia: da una parte ci sono i conti da pagare e la spesa da fare, dall’altra l’esigenza di non far mancare alla sua bambina amore e attenzioni. E’ un quotidiano sacrificio e ci vuole coraggio.
9. La pizzica di palermo
Una tarantella siciliana che descrive con ironia la vita di un artista.
“Picca avemu i travagghiari, tantu tirano a campari
di lu suli e di lu mari
ni putemu arricriari, arricriari”
10. Parru cu tia (bonus track)
Poesia di Ignazio Buttitta su musica di Manutsa.
E’ un omaggio sentito al poeta siciliano. “Finito di scrivere il disco – racconta Manutsa – pensai bene di intitolarlo “Parru cu tia”, che inevitabilmente mi riportava al mio poeta preferito. Contattai il nipote, il professor Ignazio Buttitta, per fargli ascoltare tutto il disco e avere il suo permesso per l’utilizzo. Lui e la moglie, la dotteressa Monica Modica, accolsero il mio invito e vennero a casa del produttore Roberto Terranova per l’ascolto. Alla fine ricordo un immenso sorriso e un abbraccio. Non solo ho potuto utilizzare il titolo ma ho anche potuto inserire nell’album quella poesia, che è interpretata dal grandissimo cantastorie Salvo Piparo”.
CREDITI
Testi: Manutsa; musiche: Roberto Terranova e Denis Marino; tranne “Illusione” (testo: Giuni Russo; musica: Maria Antonietta Sisini; Ed. Bixio c.e.m.s.a.); “Parru cu tia” (testo: Ignazio Buttitta).
Prodotto ed arrangiato da Roberto Terranova e Denis Marino.
Registrato presso JackLab Studio (Palermo) e Phantasma Recording Studio (San Giovanni La Punta, CT).
Missato da Roberto Terranova (04, 05, 06, 07, 09, 10) presso JackLab Studio (Palermo), da Toni Carbone (01) presso Kozmic Lula Studios (Puntalazzo, CT) e da Michele Musarra (02, 03, 08) presso Phantasma Recording Studio (San Giovanni La Punta, CT).
Etichetta discografica: Musica Lavica Records. Edizioni musicali: Musica Lavica s.r.l./JackLab.
Masterizzato da Andrea De Bernardi presso Eleven Mastering (Busto Arsizio, VA).
Progetto “photo & visual”: Dodo Veneziano presso Palermo Foto Studio.
Progetto grafico: Roberto Giammanco.
Roberto Terranova: pianoforte, tastiere, synth, orchestrazioni (04, 06, 10), programmazioni, campionamenti e scrusci vari;
Denis Marino: chitarre acustiche/classiche/
Toni Carbone: basso elettrico;
Puccio Castrogiovanni: marranzani (05, 06, 09), fisarmonica (09), mandolino (06, 09);
Valentina Ferraiuolo: tamburi a cornice (05, 09);
Armando Fiore: cajon, percussioni (07);
Lina Gervasi: theremin (03, 08);
Giuseppe Miccichè: chitarra acustica (09);
Adriano Murania: violino (01);
Eugenio Panòrm: voce (09), cori (03) ;
Salvo Piparo: voce recitante (04, 10);
Alessandro Presti: tromba (03, 06);
Giada Di Salvo: voce (06);
Heidi Semilia: voce (02), cori (01);
Rosalba Bellomare, Elena Di Giorgio, Gabriella Grasso, Ornella Mantione, Francesca Olivieri, Erika Pinieri, Linda Sciabarrà, Giovanna Sena : Voci (04, 10).
CHI E’ MANUTSA
Manuela Di Salvo (Angela all’anagrafe), Manutsa, classe 1977. E’ una cantautrice siciliana electro-folk.
Grazie al padre Gioacchino, chitarrista autodidatta con la passione per la tradizione – musicale e non – siciliana e italiana, si avvicina sin da bambina alla musica, ascoltando le prove in casa ed i concerti del padre nel territorio locale. È proprio il padre a scoprire la forte attitudine musicale della figlia, motivandola a studiare privatamente musica per, infine, entrare in Conservatorio, nella classe di pianoforte, dove ottiene il massimo dei voti.
Lo studio dello strumento inizia all’età di 11 anni. Dai 17 anni inizia ad esibirsi nei club di Palermo, suonando con Les femmes (tribute band femminile di Giuni Russo), successivamente si dedica al canto popolare e forma I Cortili di Mirò, band con cui si cimenta nei brani classici della tradizione popolare pugliese, napoletana e siciliana, che porta in giro nei live club di tutta la Sicilia.
Abbandonate le esperienze con questi gruppi, Manutsa inizia uno studio antropologico della lingua siciliana e delle sue inflessioni dialettali da oriente ad occidente, facendone un linguaggio unico siciliano. Contestualmente, con un repertorio tutto siciliano, si esibisce sui palchi di svariati festival e manifestazioni: da Rosa Balistreri a Giuni Russo e a tutti i canti popolari antichi del territorio.
Se da una parte la ricerca delle proprie radici, delle sonorità antiche della propria terra costituiscono un richiamo sempre più incisivo, dall’altra la musica elettronica esercita una fascinazione potente, una “chiamata” che Manutsa segue importando nuove sonorità nella propria espressione musicale. Il connubio fra questi stili e l’incontro, nel 2014, con Roberto Terranova e Denis Marino dà inizio alla produzione di un disco elettronico in lingua siciliana che trae ispirazione sia da band di respiro internazionale che dalla canzone d’autore.
Il risultato è “Parru cu Tìa”: disco/concept che esce per Musica Lavica Records di Denis Marino e che racconta la donna siciliana nelle sue diverse sfaccettature: il punto di vista emotivo, quello sociologico e culturale, il suo approcciarsi al mondo, con e senza veli.
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