Domenica 14 Maggio 2023 XXIX edizione della giornata nazionale “Chiese Aperte” di Archeoclub d’Italia.

L’evento, che ha luogo ogni anno la seconda domenica di maggio, ha lo scopo di aprire al pubblico edifici sacri chiusi o comunque poco conosciuti o non utilizzati, nonostante il loro notevole valore storico-artistico ed architettonico. Luoghi a cui siamo devotamente legati, anche se, in alcuni casi, sono trascurati e abbandonati al degrado impietoso del tempo.
A MESSINA Archeoclub “AREA INTEGRATA DELLO STRETTO” punta i riflettori sul piccolo SANTUARIO MARIA SS. DI TRAPANI, che sorge in fondo alla vallata del torrente che dalla stessa chiesa prende il nome di Torrente Trapani.
Domenica 14 dalle ore 9,30 alle ore 13,00 i Soci dell’Archeoclub dello Stretto e la Confraternita Maria Ss. Di Trapani accoglieranno i visitatori, insieme agli studenti del Liceo dell’ Istituto “Collegio S.Ignazio”, coordinati dal Prof. Giacomo Sorrenti, che faranno da ciceroni nella visita.
Parteciperà anche il gruppo “Architrekking”
==========QUALCHE NOTIZIA SUL SANTUARIO==========
Le origini del Santuario non sono ben conosciute, ma sono certamente antiche. Il culto per la Madonna di Trapani a Messina, ebbe inizio dopo il 1244, più esattamente intorno al XV secolo, per iniziativa di un “pio eremita anacoreta” messinese, il quale conosciuta la vicenda miracolosa dell’immagine trasportata a Trapani dai Templari, decise di fondare una chiesa in onore della Madonna e, dopo averne scolpita una copia in legno, la portò nella città, e precisamente a monte del torrente S. Leo dove ne edificò una nicchia (oggi Torrente Trapani).
Nel 1531, a sette anni dalla fondazione del loro Ordine, i PP. Cappuccini si stabilirono nella valle del Torrente Trapani dove (nello stesso sito dove i primi anacoreti avevano preso dimora) edificarono il loro primo convento.
Durante la reggenza del Card. Giovanni Andrea Mercurio della curia Messinese (1550 – 1560), fu inviato un Uomo Pio ad abitare e custodire il convento.
Verso il 1654, nel convento si ritirarono due soli eremiti religiosi spagnoli che, per opera di Padre Saverio Amato, costituirono una Congregazione di Eremiti sotto le regole di San Pacomio, a tal punto che altri eremi furono costruiti in città e tutti facevano riferimento a Santa Maria di Trapani che fu sempre considerata la – Casa Madre -.
Nel 1670, circa, ebbe origine la Confraternita Maria SS di Trapani che si prese cura della Chiesa. Con il passare del tempo, numerose traversie portarono alla estinzione di questi luoghi di silenzio e di preghiera, però il romitorio della Madonna di Trapani rimase come fiaccola di fede e di amore verso la Vergine, anche se il luogo era custodito solo da qualche eremita questuante.
Il terremoto del 1908 che distrusse la città, danneggiò gravemente il Santuario ed i locali annessi, così con scrittura privata datata 18 maggio 1910 e registrata con atto pubblico il 19-5-1910 l’Arcivescovo Letterio D’Arrigo nominava Patrono della chiesetta e dell’eremo di S. Maria di Trapani il sig. Guarnera Salvatore, grande devoto alla Vergine Santa e confrate dell’omonima confraternita, il quale a sue spese ricostruiva la chiesa ed i locali annessi.
La Confraternita, dall’inizio della sua fondazione, fino ai nostri giorni, si è sempre occupata della conservazione del culto del Santuario, dei festeggiamenti in onore della Madonna, della manutenzione del Santuario stesso e soprattutto di effettuare opere sociali, il tutto con l’aiuto spirituale del Cappellano.
L’architettura della chiesa, dati i riferimenti stilistici, è da collocare alla prima metà del XVIII secolo, periodo in cui l’eremo gode di cospicui lasciti e donazioni.
A pianta rettangolare e ad una navata, la chiesa è accessibile tramite un fantasioso portale in marmo e pietra che echeggia, in tono minore, i grandi temi dell’architettura settecentesca siciliana.