COMUNICATO STAMPA –
Il progetto è ideato e promosso dal Parco Archeologico di Naxos-Taormina e da Naxoslegge
Il Museo archeologico di Naxos ha ospitato la protagonista della scoperta che ha permesso il ritorno in Italia del celebre reperto custodito al Getty Museum di Los Angeles. Maria Grazia Vanaria: «È una grande conquista che restituisce valore alla ricerca archeologica»
«Mi sento investita di una missione – esordisce Serena Raffiotta – quella di raccontare la storia archeologica e le potenzialità di sviluppo del territorio di Aidone, luogo di provenienza del reperto trafugato dai tombaroli negli anni Settanta dall’area sacra di San Francesco Bisconti e finalmente tornato a casa nel parco di Morgantina». L’incontro con Serena Raffiotta si inserisce nel progetto Comunicare l’antico. Conversazioni al Parco archeologico di Naxos, ideato e promosso dal Parco Archeologico di Naxos-Taormina e dal Festival Naxoslegge per promuovere e divulgare la cultura classica.
«Tutto è partito – racconta l’archeologa ennese – dalla mia tesi di specialistica dedicata allo studio di alcuni materiali provenienti dal santuario di Morgantina. Proprio dal cuore della Sicilia, la testa della divinità venne sottratta furtivamente, tra il 1978 e il 1979, e acquisita dal Getty Museum di Los Angeles dove divenne uno dei reperti più famosi al mondo per la peculiare policromia di riccioli rossi e barba blu». La ricerca archeologica e la costante lotta alle archeomafie hanno permesso di far tornare in Italia importanti reperti archeologici come la Dea di Morgantina, gli acroliti, il tesoro di Eupholemo, ed infine la testa di Ade. «Ade ha atteso circa quarant’anni – continua l’archeologa ennese – per potersi riunire con l’amata Persefone e la Dea di Morgantina. Mi piace definire questa storia una favola contemporanea dove il destino ha giocato un ruolo fondamentale. Adesso la testa di Ade è esposta al museo di Aidone e rappresenta una risorsa preziosa per il territorio».
Il racconto del rientro in Italia della testa di Ade apre ad un approfondimento della lotta all’illegalità nel settore dei beni culturali. «Contrastare il traffico dei reperti archeologici significa riappropriarsi della propria identità – afferma l’archeologa Maria Grazia Vanaria – Ospitare al Parco archeologico di Naxos Taormina storie come quella di Serena Raffiotta ci fanno riflettere sul valore della ricerca e delle campagne di scavo. L’archeologia è ancora viva e tanto può ancora fare per lo sviluppo del territorio».
«Il 2018 è l’anno europeo del patrimonio culturale – spiega Fulvia Toscano, direttore artistico di Naxoslegge – dobbiamo riscoprire l’importanza del nostro passato, delle nostre radici, del nostro bagaglio culturale e difenderlo dall’illegalità».
Giardini Naxos, 28/02/2018
Giusy Bottari
Ufficio Stampa Parco di Naxos-Taormina
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