UN LUOGO DI PERFETTA CONGIUNZIONE TRA TERRA E UNIVERSO
Un luogo che fino a trent’anni fa esisteva solo nella mente di una persona che portava lì le pecore a pascolare. Un luogo dell’entroterra siciliano, in Sikania, a Santo Stefano Quisquina in provincia di Agrigento. Un luogo che nel 2020 veniva visitato da migliaia di persone al giorno. Sto parlando del Teatro di Andromeda, una cavea a mille metri di altitudine, con 108 pietre che ricalcano la mappa delle 108 stelle della costellazione di Andromeda.
Da questo spettacolare teatro di pietra a cielo aperto, nelle giornate limpide è possibile scorgere la sommità dell’Etna da un lato e dell’isola di Pantelleria dall’altro.
Di questo magico luogo ne parlo al telefono con Lorenzo Reina: 30 anni fa pastore visionario, oggi scultore la cui storia e prestigio hanno raggiunto la Biennale di Architettura di Venezia.
Lorenzo è un uomo Sikano. Semplicità disarmante e profondità intellettuale straordinaria. Mi saluta con il suo “Assabenedica” un antico detto della sicilia occidentale che i giovani utilizzavano fino al passato recente come segno di attenzione e riverenza nell’incontro con persone anziane e che Lorenzo utilizza per accogliere i visitatori nella sua Fattoria dell’Arte, all’interno della quale si trova il Teatro di Andromeda.
Gli chiedo quanto la visione e poi realizzazione di questo teatro scaturisca dal bisogno di socialità e quanto dal bisogno di espressione artistica: “Il linguaggio artistico nasce da una necessità di comunicare emozioni e l’emozione che arriva dall’arte è universale, trattandosi di un teatro a metà tra architettura e scultura, deve necessariamente convivere con questi due aspetti che sono imprescindibili”.
La più grande soddisfazione di Lorenzo Reina per il suo progetto artistico iniziato negli anni 90’: “Quando una necessità di espressione si trasforma in opera d’arte e mostra il suo aspetto universale comunicando emozioni, la gente arriva. Non credo che ci sia momento storico in cui la gente sia più assetata di questo momento in cui siamo costretti a subire delle cose molto brutte e sappiamo tutti quali, per cui quando le persone arrivano qui e mi ringraziano per aver passato dei momenti di grande serenità, questo mi fa capire che questi 30 anni di lavoro, valgono bene i momenti di serenità che le persone mi dicono di provare visitando il Teatro di andromeda”.
Lorenzo spiega che nella sua Fattoria dell’Arte arriva gente di ogni estrazione sociale che riesce ad esprimere quelle emozioni che sono di tutti e questo è il motivo per cui il teatro sta conoscendo questo inaspettato successo di visite: “Le persone, andando via, mi dicono di sentirsi migliori di come lo erano prima di arrivare. L’arte quando arriva è molto forte e riesce a dare il meglio di sé e tirare fuori il meglio dalle persone che vengono a trovarci.“
Il mondo web ed i social hanno aiutato moltissimo nella promozione del Teatro di Andromeda, catapultandolo nella prestigiosa classifica dei luoghi del cuore FAI come il teatro più votato tra quelli in concorso: “I primi visitatori, sparuti, facevano solo fotografie del luogo ed è stato un passaparola molto lento. Poi quando è stata creata la pagina ufficiale sui social e la gente ha iniziato a condividere le proprie foto c’è stata una grande accelerazione, una cosa potentissima. I visitatori sono passati da poche decine fino ad arrivare a migliaia al giorno poco prima della chiusura per la pandemia. Ad un certo punto abbiamo dovuto iniziare a contingentare i flussi perché il teatro risentiva di questa massiva presenza”.
Lorenzo Reina oltre ad essere scultore è anche allevatore di asini e conosce bene il senso della lentezza: ”La lentezza è un momento di introspezione in cui entri dentro te stesso e riesci a creare un piccolo mondo. Se questo mondo riesci a trasmetterlo, tutto diventa possibile. Il teatro, così come tutto quello che ho fatto, nasce dal binomio solitudine e introspezione, e questo è possibile solo attraverso la lentezza. E’ stato così con il Teatro di Andromeda: prima di spostare una pietra, prima di metterne una sull’altra, capovolgerla, ho aspettato, per raggiungere una sorta di interiorità che poi mi ha consentito di conseguire risultati importanti. La lentezza è un momento di riflessione che ti aiuta a capire e a fare meglio le cose”.
Ma la Fattoria dell’Arte è un luogo in continua evoluzione: “Sto completando un nuovo teatro che pochissimi conoscono, un teatro al chiuso che si estende per 800 metri quadrati, un lavoro che dura ormai da anni che dovrebbe essere completato entro maggio 2021, che ho chiamato Teatro di Terra perché è stato costruito con mattoni di terracotta realizzati a mano. Un grande teatro per rassegne d’arte, convegni, laboratori teatrali, che segnerà una svolta importante nell’offerta culturale della Sicilia”.
Lorenzo Reina è stato ospite telefonico durante il programma Virtual Empire, martedì 12 gennaio 2021.
Servizio di
Marika Mannino