Oggi esce in digitale “L’importante è stare bene” (ascolta qui), disco d’esordio del cantautore siciliano Giuseppe Fava: un manifesto sociale che apre uno spartiacque tra la routine frenetica e la sottrazione dal bisogno di non fermarsi mai.
L’album, anticipato dal brano e dal videoclip (guarda qui) di “Aspetto che ritorni”, racchiude tutti i pensieri più intimi del cantautore, tra il ritorno alla semplicità e alla lentezza come ancora di salvezza dall’arroganza di un sistema che vive di immagini narcisiste e individualiste: “Vedere oltre l’apparenza a volte può farti scrivere una canzone. – racconta l’autore – Per questo ho pensato di mettere a nudo il mio bisogno di urlare la voglia di cambiamento di questo pianeta ammalato dal troppo che stroppia. Ricordarsi che c’è una via di salvezza e forse risiede nella riscoperta e nel ritorno del noi, del gruppo”.
Sette brani che muovono una lucida analisi sulla frenesia tipica della società contemporanea al fine di farne uno strumento di riflessione e di auspicabile ritorno alle cose semplici. L’album apre con “Welcome to the talk show”, una rappresentazione di come le persone che parlino senza dire niente all’interno del piccolo schermo. Nel cuore della crisi sociale denunciare le reali responsabilità dei mass media è di prioritaria importanza. “Tutti si drogano” è un cantico sull’assuefazione tossicomane da ludopatia, sesso, shopping, lavoro, hobby, fitness, cucina, solitudine. Tutto ormai è praticato fino all’ossessione, azioni giornaliere che ci rendono degli ossessivi compulsivi. Si prosegue con “Aspetto che ritorni” che pone luce sul sentimento della diffidenza in chiave positiva. Una storia d’amore contorta, ma che trova nella semplicità la forza di reinventarsi. “L’importante è stare bene” è una presa di coscienza auspicabile dell’intera società perché non giri tutto intorno all’io. “Hai visto mai” affronta la psicosi da single come uno stile di vita controverso per chi vive questo status. “Quello che fai di notte” racconta l’illusione di uno spazio temporale in cui tutto sembra perfetto. La notte come una pace che amplifica ogni ricordo e ogni pensiero fino a renderli insopportabili. Un malessere che può essere alleviato soltanto dal ritorno della luce del giorno. L’album si conclude con “Il silenzio può aiutare” e l’invito al ritorno alla lentezza e al silenzio che può aiutare ad osservare la realtà oltre le apparenze.
All’album hanno partecipato Alessandro Presti (tromba) nel brano “L’importante è stare bene” e Fabrizio Cammarata (chitarra) in “Hai visto mai”. Registrato al Mob di Palermo, mixato da Sarò Tinè e masterizzato presso lo studio La Maèsta di Giovanni Versari,