“LE CINQUE ROSE DI JENNIFER” CON DANIELE RUSSO, DALL’8 FEBBRAIO AL TEATRO STABILE DI CATANIA

“Se perdo te” di Patty Pravo suona alla radio mentre Jennifer, un travestito romantico, aspetta la telefonata di Franco, l’ingegnere di Genova di cui è innamorato, e mentre giungono aggiornamenti sul serial killer che in quelle ore uccide i travestiti del quartiere. Tra i grandi ospiti della stagione 2022 del Teatro Stabile di Catania, Daniele Russo è in arrivo in Sala Verga con “Le cinque rose di Jennifer”, una storia d’amore, di solitudini, di speranze e di trasformazioni, che ci raccontano la Napoli degli anni Ottanta, crudele e poetica come solo nei quartieri popolari sa essere.

Dopo il successo di pubblico dei mesi scorsi e il recente riconoscimento di critica al Premio Le Maschere del Teatro italiano (miglior attore protagonista a Daniele Russo e due nomination, per i costumi di Chiara Aversano e le scene di Lucia Imperato), “Le cinque rose di Jennifer”, uno dei testi più simbolici del drammaturgo napoletano Annibale Ruccello, sarà a Catania dall’8 al 13 febbraio 2022 in questo allestimento prodotto da Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, diretto da Gabriele Russo, con Daniele Russo e Sergio Del Prete.

«Se ci si ferma a pensare, l’unica scelta sensata è quella di non azzardarsi a toccare un testo come questo», scrive Gabriele Russo nelle note di regia: «Una pietra miliare del teatro, un testo che quanto più lo si legge e approfondisce tanto più ti penetra, ti entra nell’immaginario, si cristallizza nei pensieri e si deposita nell’inconscio. Anche solo dopo averlo letto (caso raro poiché sappiamo che ‘il teatro non si legge’), Jennifer smette di essere il personaggio di un testo teatrale per farsi carne e ossa, sangue e sentimenti. Una persona viva, sempre esistita. Qualcosa che ti appartiene, che è dentro di te, nei tuoi sentimenti, nella tua cultura, nei tuoi suoni, nel tuo immaginario. Qualcosa di ancestrale, di antico e moderno, che risuona tutti i giorni dentro di noi, su un palcoscenico, nei vicoli della città o nelle pagine di un libro. Jennifer è il diavolo e l’acqua santa. Eterna contraddizione. Paradigma dell’ambiguità napoletana. Questa sensazione di appartenenza è quella che soltanto i personaggi dei grandi classici riescono a restituire, quelli che, come fantasmi, si aggirano quotidianamente nelle segrete di tutti i teatri, anche quando in scena si recitano testi contemporanei». Le cinque rose di Jennifer racconta di due travestiti napoletani ma racconta anche e soprattutto la solitudine, la solitudine che è il rovescio della medaglia della speranza che Jennifer mantiene dentro di sé fino alla fine e, dal mio punto di vista, oggi racconta con forza anche la condizione dell’emarginato, quella di chi si deve nascondere».

Si ricorda agli spettatori che in base alle ultime disposizioni del Governo sarà possibile accedere in Teatro solo con Green pass rafforzato e mascherina di tipo FFP2.