Fabio Pilato, l’artista del ferro protagonista ad Alì Terme con una mostra e un film-documentario

Inizia col botto l’estate aliese 2023. Un evento d’eccezione ha suggellato la giornata che per la quarta volta consecutiva ha visto issare la Bandiera Blu sul lungomare di Alì Terme: l’inaugurazione della Mostra di alcune opere del maestro Fabio Pilato provenienti dal Museo del Mare di Messina. Opere che raffigurano pesci tipici delle Stretto di Messina e lavorati in ferro. L’inaugurazione, con il classico taglio del nastro posto all’ingresso della Mostra, ovvero nel refettorio della Scuola Primaria di Alì Terme in Piazza “Nino Prestia”, è stata preceduta dall’accorata verve oratoria, ma mai accademica e tutt’altro che stancante, dell’artista Pilato che ha dispensato ottimismo, elogiando la politica del “fare”, invitando a non temere gli errori considerandoli anzi veicoli per innalzarsi e perfezionarsi sempre più. Ha parlato della sua malattia contro la quale lotta fin dal 2006: “io non sono malato; ho una malattia, che viaggia insieme a me”, sembra la stessa cosa ma non lo è. Questo uno dei leit-motiv della sua introduzione, poi proseguita con l’elogio della sua città (Messina), del mare, dei pesci e di come il volerli rappresentare è stata più di una terapia. E del ferro, materiale antico, difficile da lavorare ma che ti dà grandi soddisfazioni. Un metallo che dispone di memoria col quale egli forgia i pesci che realizza. Tranne il primo in assoluto, lavorato in pietra, dal quale non si separa mai e che non sarà infatti oggetto della Mostra che si protrarrà ad Alì Terme per tutto il mese di luglio. E poi la visione del documentario “La Via del Ferro” del regista messinese Francesco Cannavà che ha saputo cogliere e rappresentare in poco più di venti minuti le difficoltà che quotidianamente incontra lo scultore che oltre la malattia deve vincere l’ostico ferro e districarsi fra problemi logistici, di trasporto delle sue opere spesso realizzate a dimensioni maggiorate pur nel rispetto delle proporzioni. E di come per un mese intero non riuscendo a dormire ha vagato per lo stretto lasciandosi trasportare dalla corrente e farsi catturare dalla visione della balena con la coda mozzata (alla quale ridarà vita imperitura in una statua) o dei pesci che gli si presentano in sogno. La Mostra è affascinante: la luce blu dei faretti dà l’idea di essere su un fondale marino all’interno del quale ammirare la cernia, il polpo, il pesce spada, la razza e numerosi altri pesci a ciascuno dei quali l’artista ha attribuito un nomignolo. Racconti di Pilato e Mostra che si incastonano perfettamente in un ambiente quale quello dello Stretto di Messina e dintorni permeato da leggende e storie di pesci e dei suoi personaggi amanti del mare, che hanno dato vita fra l’altro anche a un romanzo, Horcynus Orca, dell’aliese Stefano D’Arrigo e di cui ad Alì Terme ne esiste una mostra permanente. Un connubio pertinente che fa il paio con il complimento dispensato dall’artista alla comunità e all’amministrazione comunale di Alì Terme: “è la prima volta che un Comune ha voluto esaltare la giornata della consegna della Bandiera Blu abbinandolo con un evento culturale”.

Orazio Leotta