Le Orestiadi di Gibellina, sabato 15 luglio, omaggiano la grande “poetessa degli esclusi” Alda Merini: in scena il CANTO DEGLI ESCLUSI a cura di e con ALESSIO BONI e MARCELLO PRAYER.

Le Orestiadi di Gibellina, sabato 15 luglioal Baglio di Stefano,omaggiano la grande “poetessa degli esclusi” Alda Merini. La poesia, da sempre ha avuto un’attenzione particolare alle Orestiadi, uno spazio importante, è stata una guida tra le arti contemporanee.

Nel Canto degli Esclusi in scena Alessio Boni con Marcello Prayer, costruiscono una partitura ritmica che fonde due voci in una sola, riuscendo ad esaltare versi di grande intensità emotiva. Con sensibilità e intelligenza interpretativa, fra disvelamenti e apparizioni, fra consapevolezze amare e istintive felicità, i due indagano così lo spazio mentale della Merini, che irrompe nella fantasia e negli empiti primari dell’anima, con le parole libere della vera poesia.

“Se un poeta dona le proprie carte con l’intenzione di regalare i propri patimenti, le ansie, le sue mille anime, gli altri dovrebbero ringraziarlo perché, con gli occhi rarefatti dalla follia, sta guardando il destino anche per loro”.  (Alda Merini)

 

“Dopo Pavese e Pasolini, abbiamo scelto di continuare il gioco della Poesia nella nudità scenica con Alda Merini, dove le nostre voci si alternano e s’intrecciano (come sempre) per diventarne Una, a cadenzare la ritmicità del Suo verso di forte intensità emotiva nel grumo di contraddizioni che l’hanno abitata. Abbiamo immaginato d’ascoltare la Sua voce dettarci, come gli antichi rapsodi, il Libro di Poesia da mettere in voce: così è nata la necessità di questo altro viaggio che ora proponiamo”.

“Una poesia istintiva, quasi ingenua nella sua spontaneità, dotata di qualità visionarie ed orfiche: l’autrice, infatti, compone i suoi versi per accostamenti di immagini, apparentemente senza alcun collegamento logico. Il suo stile è dominato da una fantastica irruenza, ma tutto ciò si unisce anche ad una spiccata tendenza narrativa. Una poesia che arriva indistintamente a tutti. Così potente, così diretta, senza filtri cerebrali. La sua sofferenza, profonda e terribile, autentica, vissuta sulla pelle, tocca il cuore di ogni tipo di pubblico”. Alessio Boni e Marcello Prayer