Oggi Antonio Faraò, eccellenza del piano jazz nazionale e internazionale, festeggia i suoi primi 59 anni
di Stefano Dentice
59 anni sulla carta d’identità, di cui ben 43 trascorsi nel segno del jazz. Il 19 gennaio 1965 nasceva Antonio Faraò, venuto al mondo con le stigmate del predestinato, colui che oggi è diventato un nome di spicco della scena jazzistica nazionale e mondiale. Herbie Hancock, leggendario pianista jazz e compositore, notando il puro talento di Faraò lo definisce «non solo un ottimo pianista, ma un grande». Ciò che colpisce subito di questo jazzista nativo di Roma non è solo la tecnica sopraffina attraverso cui dà del «tu» agli ottantotto tasti, ma soprattutto la sua fervida creatività armonica e improvvisativa e la sua focosità ritmica, carica di swing e groove, con cui rapisce l’attenzione del pubblico nei suoi concerti e conquista gli ascoltatori dei suoi dischi. Il tutto impreziosito da una carezzevole cantabilità e da un toccante senso melodico che esprime in particolar modo nelle ballad. Pianista dalla travolgente energia comunicativa, nonché fertile compositore, Antonio Faraò stringe numerose collaborazioni in studio di registrazione e dal vivo con vere e proprie figure iconiche del jazz mondiale grazie alle sue rare qualità artistiche: Wayne Shorter, Charles Tolliver, Joe Lovano, Didier Lockwood, Claudio Fasoli, Chico Freeman, Benny Golson, Mike Clark, Daniel Humair, Bob Berg, Billy Cobham, McCoy Tyner, Craig Taborn, Gerald Cannon, Francisco Mela, Steve Turre, Avery Sharpe, Ronnie Burrage, Marcus Miller, Al Jarreau, Kurt Elling, Brandford Marsalis, Terri Lyne Carrington, Ira Coleman, Jeff “Tain” Watts, Snoop Dogg, Manu Katché, Biréli Lagrène, Chris Potter, Jack DeJohnette, André Ceccarelli sono solo alcune di queste. Mentre Black Inside, Eklektik, Far Out, Next Stories, Thorn e Woman’s Perfume sono soltanto sei fra i suoi album più rappresentativi. Da quarantatré anni delizia i jazzofili di tutto il mondo nei suoi concerti in Francia, Germania, Olanda, Austria, Giappone, Cina, Russia, Belgio, Svizzera e in moltissimi altri Paesi ancora. E inoltre, a testimonianza delle sue doti musicali, vince il Concorso Internazionale Piano Jazz Martial Solal di Parigi e il premio ACEG come “Miglior Pianista” assegnatogli dalla SACEM sempre nella capitale francese. Insomma, una vita costellata di successi professionali attraverso cui Antonio Faraò ha già raggiunto le vette più alte del «pianeta jazzistico». Un orgoglio per l’Italia del jazz, un motivo di vanto per tutta la comunità dei jazzofili del nostro Paese. Buon compleanno, caro Antonio, con l’augurio che tu possa continuare a donare la tua arte, a diffondere il verbo del jazz, a far vibrare i cuori di tutti coloro che sono profondamente innamorati di questo genere musicale. Da qui ai prossimi anni, con autenticità, generosità, come quando tutto è iniziato quarantatré anni or sono.
Foto di Sylvie Da Costa