A che giova ancora uccidere il proprio fratello, che ha lo stesso sangue, lo stesso cuore, un cervello che pensa, una coscienza? a che vale fare la guerra alla vita stessa, per il dominio di un pò di terra ed accrescere il deserto? che piacere c’è a distruggere quello che si è costruito con il lavoro e tanta fatica, a falciare il fiore? perchè c’è l’invidia, la gelosia, l’odio che mettono l’uno contro l’altro? quale vantaggio si acquista di fronte alla morte che viene per tutti indistintamente, prima o poi? A che servono gli eserciti di difesa e le armi, che possono rivoltarsi contro se stessi, l’esistenza stessa, e tolgono cibo agli affamati, acqua agli assetati, l’aria ai naufragati, salute agli ammalati, istruzione agli analfabeti, attenzione all’ambiente, cura agli svantaggiati, dignità all’intera umanità?
Tutto è vanità, non c’è niente di nuovo sotto il sole di primavera quando prevale la morte e l’uomo, con tutto il progresso e la scienza resta sempre tale e quale all’essere primitivo, quello della clava, di Caino che uccide Abele, del faraone che costruisce sepolcri, dell’imperatore di turno, sovrano assoluto, falso e folle idolo di questo mondo, strumento di servitù del vile denaro e del mercato, passando di maschera in maschera ad ingannare, mortificare e vendere menzogne e disgrazie, vergogne e miserie, lacrime e sangue a danno della storia dei popoli ciechi, ignoranti ed incoscienti senza libertà e giustizia se viene a mancare la gioia dell’amore presente ora e qui nella consapevolezza della fraternità, nella forza dell’unità nella diversità, nella conversione alla fede nello stesso ed unico Dio Padre e
Signore della vita che rende tutti figli amati in Gesù Cristo Salvatore del mondo.
(Santo Trimarchi)